Gli effetti del “bunga bunga” hanno risvegliato la sopita Concita De Gregorio, meno conosciuta come direttore de L’Unità, che ha lanciato, alla fine di gennaio, un appello alle donne di sinistra affinchè siano massicciamente presenti a Milano per salvaguardare la dignità femminile e disegnare una nuova emancipazione di quest’ultime. Tanto perché quelle donne che affrontano una vita dura e qualitativamente scadente si vedono costrette ad essere rappresentate da soggetti dello stesso genere che avrebbero eletto il sistema ad una sorta di bordello. Dulcis in fundo un altro, non meno importante, obiettivo da perseguire sarebbe quello di scalzare gli uomini dalla politica. Il tutto scomodando Socrate e la sua maieutica.
Se ben si riflette, comunque, il vero traguardo appare quello di far ulteriore cartello nel contesto di una congerie di attentati contro l’attuale premier – ivi compresa l’azione dei pm meneghini - per metterlo all’angolo o costringerlo alle dimissioni.
Ma nel momento in cui, nei panni di un neo puritanesimo senza radici, si vuole debellare un sistema occorre parlare dell’intero contesto rispettando la consecutio temporum dei fatti tutti a cominciare dall’inizio e non dall’epilogo dell’abusato “bunga bunga”. Ad esempio, se Nilde Iotti non fosse stata l’amante di Palmiro Togliatti sarebbe diventata Presidente della Camera? E che dire di Cicciolina che con il puritanesimo c’entrava come i cavoli a merenda? Idem per il trans gender Luxuria! Ma, allora, le femministe identificavano l’emancipazione con il libero amore, con il libero scambio, con la libera droga nel quadro di un puritanesimo capovolto.
C’è dell’altro: perché quando i partiti di sinistra compilavano le liste dei cosiddetti nominati ed il numero delle nominande (ad eccezione di qualche protetta come la consorte di Fassino ed altre)era effimero, le femministe non sono scese in campo per gridare la loro rabbia contro i vertici maschilisti delle formazioni di appartenenza?
Non ha diritto di parola chi ha da sempre alimentato la palude putrida dei disvalori. A meno che non si sia compiuto il miracolo di una loro repentina conversione. Ma le femministe manifestanti non credono in Dio.
Anna Rita Guarracino
Responsabile nazionale Dipartimento P.O.- donne
de la Destra
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