‎La DESTRA

"La DESTRA è slancio vitale, volontà di potenza, spiritualismo laico, estetica della politica, saldezza morale, lealtà, onore, fedeltà alla parola data, coerenza con propri ideali, amore verso il popolo, capacità di sacrificio." A. Romualdi

La Destra Teatina alla manifestazione del 6 novembre

Eccomi qua,
solo col mio gatto "Faccetta nera" che mi fa le fusa e mi salta sulla tastiera pretendendo di saper scrivere meglio di me e forse è vero. Perchè io non sono uno scrittore e non pretendo di esserlo, non sono un giornalista e non pretendo di esserlo, non sono un fascista e forse mi piacerebbe esserlo.
Sono circa le 23,00 del 6 novembre e sono appena rientrato a casa dopo o una splendida giornata con amici.
Amici che parlano la mia stessa lingua, amici che hanno le mie stesse idee, amici con i quali si sta bene insieme.




Siamo stati a Roma.
Abbiamo affittato un autobus e siamo andati a festeggiare insieme ad altri amici, ad ascoltare altri amici, ad applaudire altri amici. Siamo andati al Salone dell fontane, all'Eur quartiere romano fatto durante il ventennio fascista. Siamo andati là perchè c'era una manifestazione delLa Destra, il mio partito.
 
Il partito di tanta gente. Ci hanno detto che eravamo in 4000 ma forse molti di più. Il salone era stracolmo e altrettanta gente era fuori e nonostante non fossero potuti entrare sono rimasti lì fino alla fine della manifestazione e anche dopo.
Ma torniamo un pò indietro: entriamo nel salone alle 15,00 in punto, prendiamo i posti a sedere (siamo tra i primi ad entrare e quindi più fortunati) ancora non si inizia. 
Poi arriva Teodoro Bontempo "er pecora" e iniziano i primi applausi, i tricolori sventolano e anche le bandiere delLa Destra. 

Attendiamo ancora un pò e arrivano Francesco Storace, Adriano Tighler, Nello Musumeci, i padroni di casa e tanti altri. Ci annunciano che sta entrando donna Assunta Almirante sempre presente perchè questo è il suo partito, il partito di Giorgio Almirante. E' un tripudio. I tricolori sventolano ancora di più.
Apre le danze il presidente nazionale di Gioventù Italiana, un giovane bravo, pacato e preciso nel suo intervento.
Anche il sindaco Alemanno è venuto a farci visita e fa un discorso nel quale (accipicchia) prende degli impegni verso di noi che non ci aspettavamo.
Poi finalmente prende la parola "er pecora". Ogni volta che lo sento parlare è una gioia. E' come se mi facesse una flebo di storia passata presente e futura. Ha lo stesso ardore che aveva a vent'anni. Parla col cuore e con l'anima e parla la mia stessa lingua. Dice le cose che vorrei dire io e che in qualche occasione ho anche detto.
Sono passate circa tre ore ma il tempo è volato. Sono andato a prendere due bottgliette di acqua che il nostro partito ci ha dato gratuitamente una per me e una per il mio amico Max con il quale ci siamo incontrati a Roma. Solo questo ci ha regalato il partito, il resto ce lo siamo pagato noi come facciamo sempre. Siamo un partito povero di soldi ma ricco di sentimenti, di idee comuni, di cameratismo, che sono valori che non hanno un prezzo ma valgono più dei soldi.

Come sempre c'è la chiusura del nostro segretario nazionale Francesco Storace. Parla, dice cose che condividiamo da sempre ma ... comincia a fare delle citazioni a parlare di argomenti che io, Vincenzo, Gianluca e Rodolfo stiamo abbiamo già deciso di scrivere su questo nostro giornalino. Avrà mica scopiazzato da noi? Siamo tutti li col nostro gruppo venuto da Chieti e da Pescara. Ci consultiamo e sorridendo ce lo diciamo tra di noi. No la verità è che la pensiamo allo stesso modo. Parliamo la stessa lingua Mi rivolgo a Max e gli dico:"hai capito perchè questo è il mio partito?
Sorridiamo ancora e intanto lo ascoltiamo, esultiamo, applaudiamo, sventoliamo i nostri tricolori. Ma quanti tricolori ci sono! Tanti tricolori fieri di sventolare dalle mani di amici.
Si conclude quest'incontro. Forse siamo un pò tristi che si sia già concluso ma contenti di essere stati ancora una volta PRESENTI.
La gente comincia a defluire, ci fermiamo nell'atrio. Parliamo tra di noi. Passa un pò di tempo ed ecco che vedo il nostro presidente che viene verso di noi. Non ha nessuna scorta, è uno di noi. Gli vado vicino e gli dico:" Presidente la posso salutare?" e lui:" e certo che mi puoi salutare." Ancora io: " Presidente sono del direttivo della provincia di Chieti" e lui: "ti conosco ma... di quale paese?" "di Ari Presidente" " Ah certo che ti riconosco, faceva un freddo l'ultima volta che sono venuto a parlare lì, però eravate in tanti."
Altra gente viene a salutarlo. C'è ancora tanta gente.
E' venuta l'ora di ripartire. Riprendiamo il nostro autobus. Torniamo a casa, ma anche dentro l'autobus siamo a casa, anche prima eravamo a casa, la nostra casa, LA DESTRA.
Edoardo De Felice
Responsabile cittadino
La Destra - Ari

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