Niente di nuovo sotto il sole. La terza carica dello Stato a Bastia ha divulgato un “manifesto” in chiave retrospettiva senza aggiungere al dibattito in corso quel quid novi per potersi proiettare nel…futuro. I suoi punti forti sono comparabili alle stantie litanie, attinte dagli antigovernativi, ma gli è mancato il coraggio di copiarle fino in fondo. Il solito Fini, insomma, né carne e né pesce. Né di destra e né di sinistra, ma nemmeno di centro perché certe sue utopie sulla famiglia, sulla vita e su altri valori assoluti dell’uomo sono in netta antitesi con le visioni accampate da Casini. E se dovesse contrarre matrimonio per abbattere Berlusconi chi lo sposerebbe uno così politicamente opaco ed ibrido? Dalla sua, comunque, in Umbria, tre donne(Tulliani, Di Sotto e l’estemporanea D’Addario)affollavano, contemporaneamente, la platea delle… corteggiatrici.
Ma se non è dato sapere il futuro di Fini il suo passato è conosciuto a tutti. E sulla scorta di quel che finora egli ha fatto e disfatto, ha giurato ed abiurato, ha promesso e disatteso nemmeno il più sprovveduto degli italiani gli darebbe la patente di affidabilità…relativa. Infatti, l’eterno secondo del palcoscenico politico, nella doppia veste di presidente della Camera e di sguaiato leader del Fli, incarna il provvisorio, l’effimero, il disvalore, il sofismo, il mero tatticismo, l’arrivismo ingordo, il calcolatore istrionico, l’infedele alleato, l’elemento spurio della compagine, il pusillanime per eccellenza.
Alla fine dei conti per Fini si prospetta più un ritorno al passato, al suo passato senza futuro. Fatta salva un’alleanza contingente per un’operazione a termine con uno o più partners pronti a scaricarlo per la sua funzione strumentale.
Annarita Guarracino
Responsabile nazionale pari opportunità la Destra
Segretaria Provinciale La Destra - Chieti
Nessun commento:
Posta un commento